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Dopo un libro tra storia e leggenda ambientato nel Veneto del XII secolo ("Nel castello di Speronella") e un altro sull'emigrazione veneta dell'800 ("Le mie stelle"), Giampaolo Pozzobon, con linguaggio semplice e accattivante, costruisce un'altra storia ambientata in un paese veneto di fine '700 dal titolo: "Fratelli di latte". Parlando del "baliatico", l'autore descrive un ambiente sociale molto vario: dai salotti veneziani di una nobiltà ormai decadente ai bassifondi della città abitati dai più diseredati e ai casoni di campagna, dove le famiglie dei contadini faticavano penosamente per rendere produttivi i campi dei padroni. Riemergono usi e tradizioni che nel tempo sono stati quasi dimenticati, ma vengono anche evidenziati contrasti e tensioni del momento storico in cui la vecchia mentalità ancorata al passato cozzava con le idee di progresso e di uguaglianza portate dall'Illuminismo e dalla Rivoluzione francese.Le vicende sono narrate dal protagonista, Giovanni Battista detto Titta Maon, che per il nipotino Saverio diventa l'affabulatore di una insolita storia, la propria storia di "fratello di latte", vissuta fra due famiglie: quella naturale e quella del cuore.